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09/07/2017L’ostacolo più grande per le piccole e medie imprese del nostro Paese per abbracciare l’Industria 4.0 è dato dal gap culturale sui temi della digitalizzazione.
L’Industria 4.0 è stata indicata dagli esperti di mercato come la nuova rivoluzione del mondo dell’imprenditoria. Inutile dire che una rivoluzione comporta una sfida e un cambiamento, anche culturale, alle aziende che operano in questo momento storico. Un aspetto che rischia di essere un freno per le PMI.
Una sfida che emerge anche dalle linee guida per l’Industria 4.0 delineate dal Ministero dello Sviluppo economico nel Piano Nazionale. Per molte PMI, specie per quelle con un gap importante in campo tecnologico e a digitale, l’Industria 4.0 potrebbe essere un ostacolo troppo grande da superare.
E per questo motivo l’aspetto più importante nel nostro Paese al momento, forse più che l’acquisizione di nuove tecnologie, è la formazione del capitale umano dell’impresa e avvicinare soci, imprenditori e dipendenti ai temi della quarta rivoluzione industriale.
Le figure professionali
Oltre a investire su nuove tecnologie come IoT e Big Data, le imprese per portare a termine questo cambio culturale dovranno affidarsi a specifiche figure professionali. Per fare un esempio, l’Innovation Manager o il Chief Digital Officer saranno sempre più importanti in futuro per aziende e PMI. Da sole però queste figure non basteranno. In base agli sviluppi dell’impresa ci vorranno anche vari esperti come: il Robotics & Automation Manager, l’IoT Engineer e l’IoT Expert, il Big Data Scientist, il Technoloy Innovation Manager, ma anche persone specializzate in Cognitive Computing e Intelligenza Artificiale. Come si può intuire l’Industria 4.0 implica un uso variegato e molto settoriale delle competenze.
Questo comporta per le PMI una continua collaborazione con soggetti esterni all’impresa. Nonostante il bisogno di nuove figure, i corsi universatari non riescono a rispondere in Italia alle richieste delle aziende.
Per esempio, al momento c’è un fabbisogno da parte del sistema imprenditoriale di 12.400 laureati ICT a fronte di un’offerta pari a 8.000 laureati ICT.
fonte: libero news